mercoledì 24 agosto 2011

  Guardando il mio candido libretto del lavoro a chiunque verrebbe la curiosità di domandarmi cosa avessi fatto fino allora.Fino a i miei trent'anni potevo sempre avere la scusa che stavo studiando che ero andato fuoricorso per motivi di famiglia e che stavo compilando la mia tesi aiutando in casa , cosa che non è mai avvenuta peraltro .Si è vero avevo dato tutti gli esami anche se gli ultimi 5 li avevo studiati in bagno sopra il water  e li avevo sputati fuori tappandomi il naso dalla nausea di scontrarmi con un altro"ciclope" del sapere. Quasi ogni volta  che andavo sotto torchio dovevo duellare con un enorme & occhialuto ego pieno di nozioni che non servivano quasi a niente . Faticavo tantissimo ed ero addirittura arrivato al doping pur di non sentire il peso di quei eterni 20 minuti. Quando sapevo che stava per arrivare il mio turno andavo in bagno per l'ultima volta mi chiudevo dentro al primo cesso vuoto estraevo la mia inseparabile pipa di marmo la caricavo con dell'erba ottima e facevo un unico  lungo ed interminabile tiro tenendolo dentro il più possibile . Comunque la cosa migliore era avere l'esame il primo pomeriggio. Di solito per quasi tutti gli esami pomeridiani, ci ritrovavamo in mensa io ed i miei pazzi  colleghi di corso a mangiare qualcosa ed a scolarci l'intera  spina di birra .Ci divertivamo a fare gli esami totalmente stravolti facendo finta di essere lucidissimi . Eravamo un piccolo gruppo di idioti a cui non interessava niente di niente. Studiavamo per non andare a lavorare ed eravamo  alieni e sconnessi e del tutto disillusi dalla vita noiosa che c'era fuori ;  Ci aggrappavamo a quei giorni spensierati con tutto l'entusiasmo che trovavamo consci che sarebbe finito tutto prima o poi . Erano gli anni '90 l'era del grunge e della disperazione  e della scomparsa di tutti i valori . Dovevamo guadagnare essere produttivi ed efficienti .Lo slogan era " guadagna che ti passa" .Anche i filosofi potevano entrare negli affari e nel marketing . Le ditte alla fine dei corsi aspettavano i nostri curriculum  e le nostre referenze insieme con quelle dei dottori in economia e commercio.Noi che eravamo gli eredi di Socrate e Platone!! Ci sentivamo schiacciati come fossimo le solite vittime generazionali , saremo rientrati anche noi alla fine deglutiti dal mostro della necessità . Non ne parlavamo molto spesso ma nella nostra solitudine ancora adesso sono convinto che ognuno si preoccupasse per il dopo . Eravamo nati per cambiare il mondo e sentivamo che il mondo era un 'ombra pressante  che ci OBBLIGAVA a partecipare senza chiederci molto. Di mandare giù ogni giornata come un boccone amaro. Quasi ogni giorno ci riunivamo da qualche parte per fare casino e molto spesso ci ritrovavamo in stati indicibili ad urlare i pezzi dei Nirvana con la stessa voce disperata. Mi ricorderò sempre il pomeriggio che per tutti i tg davano la notizia del suicidio di Kurt Cobain , eravamo affranti e tristi , ma avevamo capito quel gesto fin troppo bene.
Da quel giorno avevamo cambiato musica, noi tutti amavamo fin troppo la vita., il suicidio non era richiesto . Avevamo aumentato l'uso dei bong e preferito cantare l'utopia di Bob Marley che i testi di Kurt.
                                                     

                                                                                                  continua .........