Comincio con un sogno a lieto fine, ad alcuni sembrerà un incubo alla Hitchcock ma vi posso assicurare che al risveglio non ero più lo stesso uomo. O meglio non ero più un semplice uomo, ero diventato un immenso oceano di melassa dorata che attraversava tutto, stelle d'argento- galassie a spirale - universi concentrici in tutti i paradigmi del tempo che ahimè aveva smesso di esistere...comunque non voglio annoiarvi con la sintesi smodata della mia inutile cosmogonia per quella avremmo tempo ed è meglio che nel frattempo ti affezioni a me cliccando dove sai tu .......( silenzio).....
Ero paralizzato e il mio cuore batteva all'impazzata.Tutto il sogno si svolgeva al mio interno.Ero caduto dentro di me simulando un metodo tantrico sulla chiusura dei sensi che prometteva l'incontro con il terribile Dio che ci abita dentro. Ricordo che lo avevo letto quello stesso pomeriggio e mi ero fatto suggestionare oltremisura da quelle parole suadenti , cariche di paura inconscia & mistero. Erano parole bianche incorniciate di viola e di saggezza che nel sonno però mi avevano condotto nell'angoscioso posto che è il vuoto interiore fatto di oscura vacuità e fine imminente. Ricordo che quando arrivai in questa assenza di gravità interiore avevo l 'impressione di essere arrivato nel posto più misterioso del pianeta , me stesso!!
Strana era la sensazione del tempo, in quel cielo nero tutto si svolgeva nell ' adesso e i limiti erano spariti come se nel mio interno fosse stato campionato un universo identico, almeno nelle dimensioni di quello che c'è fuori. Avevo solo l'impressione di dover cercare qualcosa e di doverlo fare in fretta visto che in quella dimensione l'ossigeno era ridotto per l'ansia crescente. Ma sapete tutti com'è difficile cercare quello di cui non ci si ricorda più l'esistenza?! Specialmente se si è al buio.
La cosa più strana era costatare di non avere più un corpo ma di essere solo un occhio silenzioso e curioso in un sogno di ricerca esasperata di un tempio segreto che non sapevo di avere . Mi sembrava fosse passato un secolo da quando ero entrato in questa claustrofobica fase REM e ricordo di essermi illuso e disilluso parecchie volte prima di scorgere dopo numerosi tentativi i contorni del tempio che in realtà era un cimitero molto lussuoso ma pur sempre un cimitero che in tutta quell'oscurità non poteva sembrare che sinistro.
Proseguivo a piccoli passi , con molta incertezza e notavo che ad ogni passo la mia ansia cresceva ma la curiosità procurava una certa dose di coraggio inaspettata.Arrivavo sempre più vicino e scorgevo sempre meglio le forme , vedevo che dall'edificio centrale da alcune finestrelle del settimo piano usciva una luce calda che pure a distanza mi dava un senso di pace anche se il cuore era sempre più aritmico ad ogni passo.Anche l'ossigeno sembrava diminuire e la stanchezza si faceva sentire soprattutto per le resistenze e i dubbi che affollavano la mia mente senza pensieri.
TI ASPETTO DOPO PER LA SECONDA PARTE ....
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A PRESTO